Le Alfetta preparate per i Rally e per correre in pista

La carriera sportiva dell' aggressiva berlina fu breve ma intensissima, poiché le Alfetta da competizione, validamente allestite dai vari Team, ottennero lusinghieri risultati, sia nelle corse in pista, sia nei Rally, nel biennio compreso tra l' anno 1973 e l' anno 1974.

Successivamente la carriera sportiva dell' Alfetta subì giocoforza un' arresto, poiché la casa madre ritirò il modello dalle competizioni, puntando tutto sulla coupè derivata dalla berlina, vale a dire l' Alfetta GTV, che in effetti otterrà buoni risultati nelle gare per tutto il corso del decennio successivo.

 

Le Alfetta da Tuning

La brillante berlina prodotta dalla casa di Arese non è poi sfuggita a quello che potrebbe definirsi il fenomeno del "Tuning vintage", vale a dire le vistose elaborazioni di carattere meccanico ed estetico di cui vengono fatte oggetto le auto prodotte in un passato più o meno recente, sicché  nel corso degli ultimi anni una schiera di appassionati si è dedicata alacremente all' allestimento di una svariata serie di esemplari.

 

Le Alfetta dei Carabinieri

A causa delle sue indubbie qualità stradali, sin dai primi mesi di produzione, l’Alfetta venne considerata dalle forze dell' ordine il loro veicolo ideale,  poichè rappresentava un buon mix di prestazioni, rivestendo quindi il ruolo di risposta  ottimale alle varie esigenze tipiche dei servizi di sicurezza.
In conseguenza di ciò venne adottato a partire dall' anno 1973 dal corpo dei Carabinieri, che per tutto il corso della vita evolutiva del modello usufruirono di una lunga serie di forniture.

 

Le Alfetta della Polizia

Con le stesse motivazioni, la nervosa berlina venne adottata come equipaggiamento ufficiale anche dal corpo della Polizia. I primi lotti del modello vennero dipinti nella classica livrea "grigioverde", mentre i successivi in quella utilizzata ancora attualmente, vale a dire in quella blù, ed anche la Polizia usufruì di una lunga e diversificata serie di forniture, durante tutto il corso dell' evoluzione della produzione del modello in questione.

 

Le Alfetta della Guardia di Finanza

Anche il corpo della guardia di Finanza usufruì ovviamente di una lunga e svariata fornitura di automezzi, principalmente appartenenti alla serie 1800 e 2000, fornite dipinte sia nella livrea grigia che in quella blù.

 

Le Alfetta dei Vigili del Fuoco

Il corpo dei Vigili del fuoco usufruì all' epoca di alcuni lotti di fornitura, anche se ovviamente numericamente molto minori rispetto a quelli descritti in precedenza, sempre nelle versioni 1800 e 2000, in un primo tempo caratterizzati dall' adozione della classica livrea rossa, e successivamente in quella rossa con l' aggiunta della classica fascia bianca.

Molto particolare un esemplare appartenente alle ultime serie, assegnato al Corpo dei Vigili del Fuoco di Milano, corredato di una vistosa  barra luminosa montata sul tettuccio, di tipo americano.

 

Le Alfetta dei "Rangers"

Alcuni esemplari, appartenenti a tutte le varie serie, furono assegnati durante lo svolgimento della carriera operativa del modello a diverse associazioni di soccorso, allestite prevalentemente come auto-mediche, ed ai corpo dei "Rangers d’Italia".

 

Le Alfetta delle forze dell' ordine straniere

Si ha poi notizia di lcuni lotti di fornitura consegnati a corpi di Polizia esteri, anch' essi effettuati durante tutto il corso della vita operativa del modello.

----- Gli aggiornamenti ed i restyling del modello -----

Le modifiche di carattere stilistico e meccanico

Durante tutto il corso della sua carriera l' Alfetta venne ovviamente sottoposta ad una lunga serie si Restyling e aggiornamenti.

Nel novembre dell' anno 1981 tutta la gamma viene unificata mediante l' adozione per tutte le motorizzazioni della rinnovata scocca della 2000, aggiornata nei vari dettagli estetici, quali le fasce paracolpi laterali, e le fasce sottoporta, realizzate in plastica nera.

A livello di meccanica le modifiche maggiori le subirono il cambio, che allo scopo di favorire la riduzione dei consumi venne dotato di rapporti allungati rispetto alla versione precedente,  le sospensioni, alle quali fu data una taratura molto più morbida rispetto a quella adottata precedentemente, ovviamente allo scopo di priviilegiare il comfort di marcia, e i motori, sui quali i tecnici dell' Alfa intervennero, diminuendone la potenza massima, nonchè privilegiando l' elasticità e la docezza di erogazione della potenza.

A risentire delle modifiche effettuate fu in primo luogo il comportamento globale dell' autovettura, che perse i suoi connotati sportivi, diventando molto più "tranquillo", e dunque simile a quello di altre vetture appartenenti allo stesso settore di mercato prodotte all' epoca da altre case, anche se le prestazioni complessive rimasero comunque elevate.

Il comportamento stradale però aveva perso la sua agilità da sportiva, tanto che l'inserimento in curva divenne molto più lento, oltre che notevolmente sottosterzante, e ciò inevitabilmente scontentò la fetta degli alfisti più intransigenti.

 

La nascita e lo sviluppo della vesione "CEM"

Da menzionare anche una versione semi-sperimentale denominata CEM (Controllo Elettronico del Motore); sviluppata, nel 1981, in collaborazione con l'Università di Genova, venne realizzata in 10 esemplari derivati dal modello "2.0", con funzionamento modulare (due o quattro cilindri) del motore a seconda delle necessità d'impiego, con il fine di ridurre i consumi. Le auto vennero affidate a taxisti milanesi, per verificarne il funzionamento e le prestazioni in situazioni di utilizzo reale. Terminata la prima sperimentazione, nel 1983, venne prodotta una piccola serie di 991 esemplari CEM, che furono affidati ad una clientela selezionata. Nonostante questa seconda fase sperimentale, il progetto non ebbe ulteriori sviluppi.

 

Gli ultimi pesanti restyling ai quali fu sottoposta la gamma

Nel corso dell' anno 1983 tutta la gamma subì un ultimo massiccio restyling, poichè vennero adottate pacchiane e vistose fasce paracolpi laterali, di notevoli dimensioni, grosse cornici di plastica per i fanali posteriori, e colorazione scura di molte parti della carrozzeria, quali i montanti anteriori del tetto.

Tutte queste modifiche incisero pesantemente sull' aspetto esteriore dell' autovettura,rendendolo pesante e fin troppo elaborato.

Anche l'Alfetta "Quadrifoglio Oro" venne aggiornata, mediante l'aggiunta di uno spoiler anteriore, di sedili posteriori corredati da un  poggiatesta integrato, e di un nuovo quadro strumenti, contraddistinto dal possedere una grafica poco chiara, affiancato da un quadretto ausiliario dotato di pannello "check control", e da un orologio digitale. Il motore venne dotato di accensione e alimentazione a controllo elettronico Bosch Motronic e, per la prima volta su un' automobile di serie anche di variatore di fase, che agiva sull'albero a camme del lato aspirazione.

Alla versione 2.0 turbodiesel ne venne affiancata una seconda, equipaggiata sempre con un motore  VM, ma contraddistinto dalla maggior cilindrata, di  2393 cm³ , e in grado di erogare una potenza di 95 CV.

 

La fine della carriera produttiva

Dopo aver raggiunto il traguardo del mezzo milione di esemplari prodotti e venduti, ed essere stata la  senza alcun dubbio la berlina 2000 più venduta in Italia, iniziò per il modello la china discendente, tanto che le vendite delle ultime versioni calarono drasticamente, sancendo di fatto l'uscita di scena definitiva dell'Alfetta nel corso dell' anno1984.

Degno di nota il fatto che il suo pianale e la sua meccanica  ebbero comunque una vita lunghissima, che grazie alla commercializzazione dell' 'Alfa 75, che perdurò sino alla prima metà degli anni 90, raggiunse il traguardo del quarto di secolo.

Per completezza d'informazione, si ricorda che la linea molto simile a quella dell'Alfetta venne adottata, a partire dall' anno 1974, anche per la brasiliana FNM - Alfa Romeo 2300, ma si trattava comunque di una mera somiglianza estetica, essendo la "2300" molto diversa per dimensioni (41 cm più lunga e 7 cm più larga) e, soprattutto, per la sua l'impostazione tecnica, che derivava dal vecchio modello "1900".

Infine, partendo dal modello berlina, e utilizzandone come base il pianale accorciato, nonchè i vari gruppi meccanici, nel corso dell' anno 1974, fu derivato un modello sportivo, contraddistinto dalla conformazione classica del coupé due porte ma quattro posti, una scelta originale per l'epoca.

Si trattava del modello identificato con il nome di Alfetta GT, equipaggiata con il motore 1.800 cc, che successivamente divenne l' Alfetta GT/GTV, equipaggiata con il  motore rispettivamente di 1.600 e 2.000 c, e infine ancora la successiva GTV6, equipaggiata  con motore 2.500 cc V6.

------------------------ L' Alfetta in cifre ------------------------

Versione                                          Anni di produzione                     Esemplari

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Alfetta 1.6                                             dal 1975 al 1984                               82.512
Alfetta 1.8                                             dal 1972 al 1984                             183.337
Alfetta 2000                                          dal 1977 al 1978                               29.584
Alfetta 2000  L                                      dal 1978 al 1981                               82.660
Alfetta 2000 Li America                        dal 1978 al 1981                                 8.862
Alfetta 2.0                                             dal 1982 al 1984                               37.193
Alfetta 2000 Turbodiesel                       dal 1979 al 1984                              22.297
Alfetta Quadrifoglio Oro                        dal 1982 al 1984                               20.629
Alfetta 2.0 CEM                                                 nel 1983                                     991
Alfetta 2.4 Turbo Diesel                         dal 1983 al 1984                                7.654

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Totale   produzione                                                                                    475.719

---------- L' Alfetta nell' immaginario collettivo ----------

Le simpatie riscosse presso il pubblico automobilistico

Principalmente a causa della sue indubbie qualità, sia stilistiche, sia dinamiche, L' Alfetta riscosse immediatamente le simpatie e accese gli entusiasmi del pubblico automobilistico dell' epoca, venendo rapidamente identificata presso lo stesso come la nuova auto simbolo della casa del Biscione.

 

L' adozione dell' Alfetta da parte dei Corpi dello Stato

Nel corso degli anni 70, l' anno successivo alla sua presentazione, anche in quel frangente facilitata in ciò dalle sue indubbie qualità dinamiche e stradali, l' Alfetta divenne l' auto ufficiale in dotazione alle nostre forze dell' ordine, sia quelle appartenenti al Corpo della Polizia, sia quelle appartenenti al Corpo di Carabinieri, diventandone immediatamente per il pubblico automobilistico dell' epoca l' automobile simbolo per eccellenza, e sostituendo nel ruolo di "Pantera" e "Gazzella" le ancor valide ma non più recentissime Giulia Super precedentemente in dotazione.

Nel decennio degli anni 70 l' Alfetta assurse anche rapidamente al ruolo di "auto blu", trovando un largo impiego presso l' establishment politico dell' epoca, tanto che è frequente vedere le Alfetta presidenziali nei filmati telegiornalistici dell' epoca, magari parcheggiate davanti ai palazzi del potere statale o locale.

Degno di nota il fatto che l' Alfetta fu anche molto utilizzata anche nel ruolo di auto di scorta, come quella del presidente della Democrazia cristiana Aldo Moro, i cui agenti furono trucidati in via Fani nel marzo del 1978 quand' egli venne rapito.

 

L' Alfetta nel cinema

Sono poi innumerevoli le pellicole cinematografiche di carattere poliziesco girate nel corso degli anni 70, dove la bella e aggressiva berlina sportiveggiante è spesso protagonista di spericolati e rocamboleschi inseguimenti, utilizzata talvolta dalle forze dell' ordine, e talvolta dai malviventi.

Le pellicole appartenenti a tale filone, che la pomposa critica cinematografica dell' epoca definiva spregiativamente film "poliziotteschi", anzichè "polizieschi", poichè essa le considerava al massimo alla stregua di dozzinali B-movies, raggiunsero sempre ottimi risultati a livello di successo di botteghino, contribuendo indirettamente sia alla mitizzazione del protagonista delle stesse, sia a quella della vettura che guidava.

Per esempio nel film intitolato "Napoli violenta", compare un bell' esemplare di Alfetta 1800 prima serie, guidata dal mitico "commissario Betti", interpretato dall'  indimenticabile attore Maurizio Merli, scomparso prematuramente a soli quarantanove anni a causa di un' infarto.

La Alfa Romeo Alfetta nel corso degli anni comparve poi in una marea di pellicole, più o meno note, più o meno di successo, più o meno di qualità, italiane e non, quasi sempre utilizzata dai protagonisti della pellicola come vettura personale.

Significativa la partecipazione della popolare autovettura in qualità di co-protagonista ad una serie poliziesca svedese, nel corso degli ormai lontani anni 80.

 

L' Alfetta nelle canzoni

L' Alfetta poi, proprio a causa del fatto di aver riscosso molto rapidamente le simpatie della collettività, è anche stata citata nei versi di alcune canzoni, quali quelle intitolate rispettivamente... 

 

 "Spendi e spandi effendi", scritta dal cantautore Rino Gaetano... 

([...] Spendi spandi spandi spendi effendi/ Spendi spandi spandi spendi effendi/ Spider coupè GT Alfetta/ a 200 c'è sempre una donna che ti aspetta [...])

"Buonanotte ai suonatori", scritta dai Pooh...

([...] E a pensare che a quest' ora/ c'è gente che lavora/ le guardie in bicicletta/ e i ladri sull' Alfetta [...])

"Gino e l' Alfetta", scritta da Daniele Silvestri...

([...] Vado di fretta vado di fretta / non ho più tempo datemi retta/ Gino mi aspetta dentro un' Alfetta[...]).

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Un bel disegno eseguito a matita, raffigurante un' Alfetta.

Una bella vista anteriore di un' Alfetta 1600 seconda serie